Gesù fu sempre la grande luce nell’anima di questa giovane capace anche di trasmetterla alle sue coetanee e, da catechista, alle sue Beniamine.
Sitowww.amicidinilde.it
Nilde nacque in una povera famiglia di operai a San Potito il 29 gennaio 1922. Non godette di molta salute. Spesso fu soggetta ad infiammazioni broncopolmonari che si trascinarono fino alla morte avvenuta il 19 maggio 1949.
Nonostante questo, soffrì sempre in silenzio. Visse fin dalla tenera età una vita segnata dalla riservatezza, da una fede forte e genuina alimentata dall’Eucarestia. Gesù fu sempre la grande luce nell’anima di questa giovane capace anche di trasmetterla alle sue coetanee e, da catechista, alle sue Beniamine.
Si appassionò alla vita parrocchiale e all’apostolato nell’Associazione di Azione Cattolica di cui quest’anno ricorrono i 150 anni di fondazione. “Sorelle, – scrive nel gennaio del 1949 quanto dobbiamo ringraziare il Signore di averci chiamato a lavorare nelle fila di Azione Cattolica; dobbiamo essere orgogliose di appartenere a quest grande famiglia che lavora, lotta e soffre a fianco del Papa per il trionfo di Cristo nel mondo”. Nilde gioì e soffrì donando ogni energia fisica e morale per “il mio San Potito”.
Visse in un periodo storico intriso di difficoltà sociali e anticlericalismo, circostanze che distolsero dalla fede tanti parrocchiani compreso alcuni amatissimi membri della sua famiglia.
Non si diede mai per vinta. Testimoniò invece con coraggio la sua fede della quale era intrisa ogni sua azione sociale e religiosa.
” Non sgomentatevi delle lotte che dovete sostenere per vivere fedeli al nostro divino programma di Eucarestia, Apostolato, Eroismo. Sappiate che altre giovani, altre sorelle lavorano, lottano, soffrono per il medesimo ideale. State unite a Gesù, cibatevi di Lui più spesso che potete. Vicino a Lui non temerete nessun ostacolo”. (16 gennaio 1949)
Nilde tenne in modo particolare alla formazione dei bambini tanto che, dopo le devastazioni prodotte dalla guerra, riuscì a far rifiorire l’asilo del suo paese con grande gioia dei piccoli che stavano volentieri con lei come se fossero in Paradiso.
Alla domenica s’impegnò nelle adunanze con le Beniamine e le Aspiranti. Non tralasciò il catechismo settimanale, riuscendo anche a trovare il tempo per portare i giovani a lei affidati agli incontri zonali di Azione Cattolica. Diceva che i suoi bambini, che preparava alla Prima Comunione, erano i fiori che Gesù preferiva.
Anche gli adulti ricorsero a lei in ogni circostanza lieta e triste: per ognuna l’accoglienza era impreziosita sempre da un sorriso.
I non credenti la stimarono e la rispettarono tanto che, dopo la morte, in molte case era presente il suo ritratto.
Visse quindi di fede, speranza e carità, virtù teologali che portarono la Chiesa Cattolica a proporla prima come esempio di laica di Azione Cattolica e poi, per tutti, come Venerabile.
Gesù fu sempre la grande luce nell’anima di questa giovane capace anche di trasmetterla alle sue coetanee e, da catechista, alle sue Beniamine.
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Nilde nacque in una povera famiglia di operai a San Potito il 29 gennaio 1922. Non godette di molta salute. Spesso fu soggetta ad infiammazioni broncopolmonari che si trascinarono fino alla morte avvenuta il 19 maggio 1949.
Nonostante questo, soffrì sempre in silenzio. Visse fin dalla tenera età una vita segnata dalla riservatezza, da una fede forte e genuina alimentata dall’Eucarestia. Gesù fu sempre la grande luce nell’anima di questa giovane capace anche di trasmetterla alle sue coetanee e, da catechista, alle sue Beniamine.
Si appassionò alla vita parrocchiale e all’apostolato nell’Associazione di Azione Cattolica di cui quest’anno ricorrono i 150 anni di fondazione. “Sorelle, – scrive nel gennaio del 1949 quanto dobbiamo ringraziare il Signore di averci chiamato a lavorare nelle fila di Azione Cattolica; dobbiamo essere orgogliose di appartenere a quest grande famiglia che lavora, lotta e soffre a fianco del Papa per il trionfo di Cristo nel mondo”. Nilde gioì e soffrì donando ogni energia fisica e morale per “il mio San Potito”.
Visse in un periodo storico intriso di difficoltà sociali e anticlericalismo, circostanze che distolsero dalla fede tanti parrocchiani compreso alcuni amatissimi membri della sua famiglia.
Non si diede mai per vinta. Testimoniò invece con coraggio la sua fede della quale era intrisa ogni sua azione sociale e religiosa.
” Non sgomentatevi delle lotte che dovete sostenere per vivere fedeli al nostro divino programma di Eucarestia, Apostolato, Eroismo. Sappiate che altre giovani, altre sorelle lavorano, lottano, soffrono per il medesimo ideale. State unite a Gesù, cibatevi di Lui più spesso che potete. Vicino a Lui non temerete nessun ostacolo”. (16 gennaio 1949)
Nilde tenne in modo particolare alla formazione dei bambini tanto che, dopo le devastazioni prodotte dalla guerra, riuscì a far rifiorire l’asilo del suo paese con grande gioia dei piccoli che stavano volentieri con lei come se fossero in Paradiso.
Alla domenica s’impegnò nelle adunanze con le Beniamine e le Aspiranti. Non tralasciò il catechismo settimanale, riuscendo anche a trovare il tempo per portare i giovani a lei affidati agli incontri zonali di Azione Cattolica. Diceva che i suoi bambini, che preparava alla Prima Comunione, erano i fiori che Gesù preferiva.
Anche gli adulti ricorsero a lei in ogni circostanza lieta e triste: per ognuna l’accoglienza era impreziosita sempre da un sorriso.
I non credenti la stimarono e la rispettarono tanto che, dopo la morte, in molte case era presente il suo ritratto.
Visse quindi di fede, speranza e carità, virtù teologali che portarono la Chiesa Cattolica a proporla prima come esempio di laica di Azione Cattolica e poi, per tutti, come Venerabile.