“Se tu avessi visto, come ho visto io in questo carcere, cosa fanno patire agli ebrei, non rimpiangeresti se non di non averne salvati in numero maggiore”. E’ quanto dichiarato da Focherini in carcere a Bologna al cognato Bruno Marchesi, fratello della moglie Maria, che gli domandava se avesse avuto dei ripensamenti rispetto a quanto operato in favore degli Ebrei.
Sitowww.odoardofocherini.it
Odoardo Focherini: Biografia.
Odoardo Focherini nasce a Carpi, in provincia di Modena, il 6 giugno 1907 da una famiglia di origini trentine. Cresce nella realtà ecclesiale locale dove si impegna in varie associazioni, in particolare nell’Azione Cattolica di cui diviene anche Presidente diocesano. Nel 1930 sposa Maria Marchesi con la quale fra il 1931 e il 1943 avrà sette figli. Nel 1934 viene assunto dalla Società Cattolica di Assicurazione di Verona dove arriva a coprire il ruolo di ispettore per Modena, Bologna, Verona e Pordenone.
Focherini e il giornalismo. Nel 1924, a 17 anni, fonda l’Aspirante in collaborazione con Zeno Saltini – prima che questi diventasse sacerdote e fondatore di Nomadelfia. Si tratta della prima testata cattolica in Italia dedicata espressamente ai ragazzi che nel 1928, grazie alla Pia Società San Paolo, diventerà giornale nazionale. Dal 1925 Focherini scrive anche per Cuor di giovane, L’Operaio Cattolico, e nel 1927 diventa corrispondente locale per il quotidiano bolognese L’Avvenire d’Italia (oggi diventato L’Avvenire) e per L’Osservatore Romano. Nel 1939 diventa consigliere mandatario, cioè Amministratore Delegato, de L’Avvenire d’Italia.
La via crucis di Focherini. Nel 1942 inizia l’attività a favore degli ebrei che si intensifica ulteriormente dopo l’8 settembre 1943. “Una casa e il pane noi ce l’ho abbiamo, loro no”, con queste parole la moglie Maria diede il suo consenso ed appoggio alla scelta del marito di salvare gli ebrei perseguitati dalla deportazione grazie ad una fitta rete di contatti al fine di farli scappare in Svizzera clandestinamente. In pochi mesi Focherini ne salverà oltre un centinaio. L’11 marzo 1944 è però arrestato all’ospedale di Carpi mentre cerca di organizzare la fuga di Enrico Donati, ultimo ebreo che riesce a far fuggire. Portato dal reggente del fascio di Carpi alla questura di Modena viene recluso nel Carcere di San Giovanni in Monte a Bologna. Interrogato, senza alcun processo, il 5 luglio è trasferito al Campo di concentramento di Fossoli (frazione di Carpi) e il 5 agosto a quello di Gries (Bolzano). Il 5 settembre è deportato in Germania nel campo di Flossenburg e poi nel sottocampo di Hersbruck. Muore il 27 dicembre 1944 nell’infermeria del Campo, a causa di una setticemia per una ferita non curata alla gamba.
Se tu avessi visto. “Se tu avessi visto, come ho visto io in questo carcere, cosa fanno patire agli ebrei, non rimpiangeresti se non di non averne salvati in numero maggiore”. E’ quanto dichiarato da Focherini in carcere a Bologna al cognato Bruno Marchesi, fratello della moglie Maria, che gli domandava se avesse avuto dei ripensamenti rispetto a quanto operato in favore degli Ebrei.
Le 166 lettere. Dei 9 mesi trascorsi in carcere e nei campi di concentramento restano 166 lettere e biglietti, ufficiali e clandestini, fatti arrivare alla moglie, ai genitori e all’amico Sacchetti. Non sono le uniche lettere che Focherini scrisse ma, per motivi di sicurezza e su indicazioni dello stesso Focherini, la moglie Maria distrusse diverse lettere ricevute dal marito in quel periodo.
I riconoscimenti. Sono diversi i riconoscimenti dedicati alla memoria di Odoardo Focherini. Tra questi la Medaglia d’Oro della Repubblica Italiana al Merito Civile, consegnata dal Presidente Giorgio Napolitano nel 2007, il titolo di “Giusto fra le Nazioni” nel 1969 (l’onorificenza più alta che lo Stato di Israele riconosce ai non ebrei), la Medaglia d’Oro della Comunità Israelitica di Milano nel 1955.
La Beatificazione. Nel 1996 ha inizio il processo di beatificazione che si è concluso il 15 giugno 2013 in Piazza Martiri a Carpi, con la cerimonia ufficiale della Beatificazione presieduta dal Card. Amato, Prefetto della Congregazione delle cause dei santi.
“Se tu avessi visto, come ho visto io in questo carcere, cosa fanno patire agli ebrei, non rimpiangeresti se non di non averne salvati in numero maggiore”. E’ quanto dichiarato da Focherini in carcere a Bologna al cognato Bruno Marchesi, fratello della moglie Maria, che gli domandava se avesse avuto dei ripensamenti rispetto a quanto operato in favore degli Ebrei.
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Odoardo Focherini: Biografia.
Odoardo Focherini nasce a Carpi, in provincia di Modena, il 6 giugno 1907 da una famiglia di origini trentine. Cresce nella realtà ecclesiale locale dove si impegna in varie associazioni, in particolare nell’Azione Cattolica di cui diviene anche Presidente diocesano. Nel 1930 sposa Maria Marchesi con la quale fra il 1931 e il 1943 avrà sette figli. Nel 1934 viene assunto dalla Società Cattolica di Assicurazione di Verona dove arriva a coprire il ruolo di ispettore per Modena, Bologna, Verona e Pordenone.
Focherini e il giornalismo. Nel 1924, a 17 anni, fonda l’Aspirante in collaborazione con Zeno Saltini – prima che questi diventasse sacerdote e fondatore di Nomadelfia. Si tratta della prima testata cattolica in Italia dedicata espressamente ai ragazzi che nel 1928, grazie alla Pia Società San Paolo, diventerà giornale nazionale. Dal 1925 Focherini scrive anche per Cuor di giovane, L’Operaio Cattolico, e nel 1927 diventa corrispondente locale per il quotidiano bolognese L’Avvenire d’Italia (oggi diventato L’Avvenire) e per L’Osservatore Romano. Nel 1939 diventa consigliere mandatario, cioè Amministratore Delegato, de L’Avvenire d’Italia.
La via crucis di Focherini. Nel 1942 inizia l’attività a favore degli ebrei che si intensifica ulteriormente dopo l’8 settembre 1943. “Una casa e il pane noi ce l’ho abbiamo, loro no”, con queste parole la moglie Maria diede il suo consenso ed appoggio alla scelta del marito di salvare gli ebrei perseguitati dalla deportazione grazie ad una fitta rete di contatti al fine di farli scappare in Svizzera clandestinamente. In pochi mesi Focherini ne salverà oltre un centinaio. L’11 marzo 1944 è però arrestato all’ospedale di Carpi mentre cerca di organizzare la fuga di Enrico Donati, ultimo ebreo che riesce a far fuggire. Portato dal reggente del fascio di Carpi alla questura di Modena viene recluso nel Carcere di San Giovanni in Monte a Bologna. Interrogato, senza alcun processo, il 5 luglio è trasferito al Campo di concentramento di Fossoli (frazione di Carpi) e il 5 agosto a quello di Gries (Bolzano). Il 5 settembre è deportato in Germania nel campo di Flossenburg e poi nel sottocampo di Hersbruck. Muore il 27 dicembre 1944 nell’infermeria del Campo, a causa di una setticemia per una ferita non curata alla gamba.
Se tu avessi visto. “Se tu avessi visto, come ho visto io in questo carcere, cosa fanno patire agli ebrei, non rimpiangeresti se non di non averne salvati in numero maggiore”. E’ quanto dichiarato da Focherini in carcere a Bologna al cognato Bruno Marchesi, fratello della moglie Maria, che gli domandava se avesse avuto dei ripensamenti rispetto a quanto operato in favore degli Ebrei.
Le 166 lettere. Dei 9 mesi trascorsi in carcere e nei campi di concentramento restano 166 lettere e biglietti, ufficiali e clandestini, fatti arrivare alla moglie, ai genitori e all’amico Sacchetti. Non sono le uniche lettere che Focherini scrisse ma, per motivi di sicurezza e su indicazioni dello stesso Focherini, la moglie Maria distrusse diverse lettere ricevute dal marito in quel periodo.
I riconoscimenti. Sono diversi i riconoscimenti dedicati alla memoria di Odoardo Focherini. Tra questi la Medaglia d’Oro della Repubblica Italiana al Merito Civile, consegnata dal Presidente Giorgio Napolitano nel 2007, il titolo di “Giusto fra le Nazioni” nel 1969 (l’onorificenza più alta che lo Stato di Israele riconosce ai non ebrei), la Medaglia d’Oro della Comunità Israelitica di Milano nel 1955.
La Beatificazione. Nel 1996 ha inizio il processo di beatificazione che si è concluso il 15 giugno 2013 in Piazza Martiri a Carpi, con la cerimonia ufficiale della Beatificazione presieduta dal Card. Amato, Prefetto della Congregazione delle cause dei santi.